
Tendo una mano
Cerco di toccare
Quella luce
La sfioro con un dito
È là
Tendo ancora la mano
Non fuggire
Perché fuggi?
Ha ancora senso la poesia oggi?
A volte mi piace mettere i pensieri in versi. Ermetici, criptici, versi di cui io solo conosco il significato esatto o nei quali ognuno può trovare il proprio. Per fermare quello stato d’animo in quel momento. Per fotografare un sentimento. Versi che non devono piacere a nessuno, di cui non devo spiegare il significato, mi imbarazzerebbe farlo.
Questo è il senso della mia poesia oggi. Non versi in rima cuore e amore ma parole, silenzi, sputi, ombre. Il modo per sviscerare un dolore.
giriamo in tondo
non concludiamo niente
Ogni volta che ti vedo
Non mi viene da parlare
Sento il sangue nella testa
Non riesco più a pensare
Sei la lama che mi taglia
Sei il mio asino che raglia
Se vedessi quanto fremo
Se capissi il mio veleno
Ho trovato un po’ di pace
Ora che te ne sei andata
Resta pure lì nascosta
Non dovresti mai esser nata
Ancora che mi dici amore
ancora che mi chiami amore
ti svegli e non ci sono
mi sveglio e non ci sei
sei acqua che non lava
lava che non brucia
sei polvere che si accumula
presente come inutile
Non è alta, è ripida.
I suoi fianchi sono ricoperti d’erba verde,
sotto il morbido tappeto roccia dura.
In cima un uomo vecchio
denigra chi arranca sui fianchi
aggrappato ai fili d’erba.
Non ricorda quando arrancava
per salire anch’egli in cima
e adesso sputa sui suoi simili.
Strappa l’erba,
è più difficile il percorso.
Una mano lo afferra,
lo scalza
lo getta nel vuoto.
Un uomo nuovo prende il suo posto.
E sputa sui suoi simili.
Da circa un mese, quando tento di scrivere qualcosa, mi viene in mente una vecchia poesia oscena. Comincia a girarmi in testa e non se ne va più. E non riesco più a pensare e a scrivere nient’altro. Penso solo a Suor Margherita. Adesso ho deciso, ve la scrivo, così la leggete anche voi e aggiungete un altro pezzo importante alla vostra cultura.
Cadendo dal balcon
Cadendo dal balcon Suor Margherita
finì col cul sul cazzo di fra Carlo.
Si ruppe il cul ma ebbe salva la vita.
Si domanda: doveva ringraziarlo?
Dato per certo che la pia creatura,
tutta compresa di mortal spavento,
non provò il gusto dell’inculatura,
la si dispensa dal ringraziamento.